domenica 28 luglio 2013

Il paese di Castronovo di Sicilia

Castronovo di Sicilia é un comune della Provincia di Palermo con poco più di 3.000 abitanti che si adagia sul fianco di due monti, l'Altopiano del Kassar a nord e la rupe di San Vitale ad ovest.

La fertilità delle sue campagne, unita ad un ricco patrimonio artistico e culturale, rendono questo paese un luogo del tutto singolare. Il nucleo di Castronovo si snoda tra vicoli, archi e cortili che sono eredità dell’antico impianto urbanistico arabo-normanno. Il visitatore resta subito incantato dai bellissimi palazzi, con portali settecenteschi e balconi in ferro battuto colorati da rigogliosi e profumati gerani. Lo scenario che ci si é presentato giungendo in questo piccolo paese al centro dell’entroterra siciliano é stato gradito quanto inatteso; era difficile immaginare - e sperare - che potesse racchiudere tanta storia e bellezza. 


La storia di Castronovo si svolge di pari passo con quella della Sicilia. Ogni dominazione straniera vi trova un riferimento del suo passaggio: basti pensare ai toponimi che rievocano il mondo islamico e i nomi delle strade che rimandano ad eventi e personaggi che hanno fatto la storia di questo paese. Le lontane origini di Castronovo di Sicilia trovano conferma nell’esistenza di un insediamento arcaico costituito da abitazioni trogloditiche nella contrada Grotte, sulle sponde del fiume Platani, riconducibili al popolo sicano.


L’espansione militare di Agrigento e la conflittualità della stessa con Siracusa ed Imera, costringerà la popolazione sicana a trasferirsi dalla contrada Grotte all’altopiano del Cassaro, un sito più sicuro ed inespugnabile che dall’alto dei suoi 1100 metri sovrasta l’attuale centro abitato.
Ha così origine la città roccaforte denomita Krastus, dal significato etimologico greco, che sta a indicare una località particolarmente fortificata con abbondanza di pascoli ed acqua, di cui sono ancora individuabili le fondamenta. 


Le origini di Krastus vogliono farsi risalire al VI secolo a. C.
Nel 456 a.C. la cittadina fu teatro di una poderosa battaglia tra gli eserciti agrigentini, imeresi e geloi per il possesso della fortezza.
La sua distruzione è legata invece alle guerre servili. Furono i romani, intorno al 105 a. C., che la demolirono per l’appoggio incondizionato dato dai suoi abitanti alla causa degli schiavi. La popolazione superstite si rifugiò sulla Montagna Reale, successivamente ribattezzato Colle di San Vitale in onore del Santo Patrono. In questo sito la popolazione trascorrerà più di cinque secoli al cui dominio si alterneranno prima i bizantini, poi gli arabi ed infine i normanni.




Il rinvenimento di strutture sacre e resti fortilizi sono la testimonianza del passaggio del popolo bizantino, come il fonte battesimale ad immersione, nel quale si narra sia stato battezzato San Vitale, la chiesa di rito greco di S. Maria dell’udienza posta sul colle S. Vitale, che fu antica matrice, i resti delle mura della fortezza del Kassar.
Sotto il dominio degli arabi furono eseguiti i primi lavori di bonifica, iniziarono le pratiche irrigue e furono introdotte nuove culture. L’antico nome “Crastus” divenne, per la trasposizione della lettera “r” , Castrus e quindi Kars-nubu per gli arabi, cioè “dai bei dintorni, dalle molte entrate e produzioni del suolo, terre a seminativo, poste tra piccoli torrenti”, fino a divenire Castrum per i normanni. 


Al tempo in cui i normanni procedevano alla conquista della Sicilia, Kars-nubu era governata dal crudele emiro, Abu-Becher, Beco. Questi si mise d’accordo con i normanni e durante la notte indicò loro un percorso segreto che consentì di calarsi, tramite delle funi, dalla montagna del Kassar all’interno della fortezza araba. Ciò permise la conquista della città senza alcuno spargimento di sangue. Il conte Ruggero fortificò i luoghi conquistati costruendo una fortezza che dominava la città, accanto al preesistente castello, con il quale comunicava per mezzo di una strada sotterranea.


Federico II d’Aragona nel 1302 costituì il suo quartier generale nel castello di Castronovo iniziando le lunghe trattative che portarono alla pace di Caltabellotta. Si concludeva così la guerra del Vespro, iniziata a Palermo nel 1282. Il sovrano concesse la signoria di Castronovo al suo fedele vassallo Corrado d’Aurea, che prese l’impegno di porre fine alla “guerra del baronaggio”, e dunque alle discordie interne alla Sicilia, e il 10 luglio 1391 nella Chiesa di S. Pietro fu convocato il parlamento del regno. 
Il 10 luglio del 1401 l’università di Castronovo si dotava di un proprio statuto, che apportava l’introduzione dei principi di diritto amministrativo in un regolamento municipale, costituendo un notevole progresso e un significativo riferimento per altri statuti delle città siciliane.
Tra i tanti prestigi e riconoscimenti Castronovo vanta anche il titolo di “fedelissima”, conferito nel 1556 dall’imperatore Carlo V per la temerarietà dei castronovesi nel tenere alto il prestigio della propria città, per la loro dignità e il rispetto verso i governanti. Per questo e altri meriti, nel 1587, Castronovo divenne capoluogo di Comarca. Nel 1812 il parlamento siciliano provvedeva alla riforma e al riordinamento dello stato ripartendo la Sicilia in ventitré distretti ed abolendo le comarche.

CHIESA DI SAN VITALE
Dedicata al santo Patrono, fu edificata nel secolo XVII sui resti della cappella regia che era aggregata al castello fondato da Ruggero, il conte normanno che nel 1077 aveva assediato ed espugnato la città. La chiesa presenta due finestre bifore di stile gotico sulla facciata orientale, ed è ricca di stucchi opera di Antonio Messina. Nella chiesa si ammirano la statua lignea di San Vitale (opera del castronovese Antonio Giordano), una Madonnina con bambino di marmo finissimo, un Cristo spirante sulla croce su tavola ed un quadro del beato Elia, nipote di S. Vitale.


IL COLLE DI SAN VITALE
Oltre ad un meraviglioso panorama che si perde a vista d’occhio è possibile ammirare avanzi di un mulino a vento arabo e di due castelli, d’origine araba e normanna. Sempre sulla rupe sono presenti la chiesa della Madonna dell’Udienza e la chiesa del Giudice Giusto. La prima, di origine greco-bizantina, per secoli è stata la vecchia Matrice (XII secolo). Evidenzia una forma a croce greca e si crede possa essere la più antica di Castronovo. Le opere d’arte che in essa erano allocate sono state trasferite nelle chiesa Madre della SS. Trinità. Dell’antica struttura si conserva l’abside, il coro con tre altari ed il fonte battesimale di forma greca. Con il titolo Chiesa del Giudice Giusto, piccolo gioiello normanno, si ricorda, forse, l’antica chiesa preesistente intitolata a S. Giorgio dei greci. D’origine bizantina era utilizzata come ospizio e Gangia dai monaci di Santo Stefano di Melia. Si deve a Manfredi Chiaramonte il suo primo restauro nel 1375. Nelle absidi resistono alcuni affreschi, mentre un “catino absidale” è stato trasferito nella chiesa della Madonna del Rosario.


Di Liliana Giovenco
Fonti storiche fornite dal Comune di Castronovo di Sicilia

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